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              Posta  » 20 maggio 2010 
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            A proposito del libro su Caprilli 
            
Caro Lami.
              Grazie e bravo per l’ammirevole suo libro su Caprilli. Sono 
              felice di avere questo suo libro nella mia biblioteca. Certo che 
              bella epoca era la Belle époque. La nostra, a confronto, 
              ci sembra così insulsa!
              Jean Luis Gouraud *
              (* Noto scrittore equestre francese)
            Caro amico, a guardar bene, la belle époque aveva in 
              sé tutti i bacilli della modernità: crisi politica, 
              corruzione, nepotismo... Eppure era tanto diversa da oggi, per i 
              modi, per lo stile, per i principi che rispettava, pagando il prezzo 
              quando venivano violati. "Lo stile è l’uomo", 
              si diceva, ed era vero. Caprilli ne fu una testimonianza, come cavaliere 
              e come Persona.
            
            
              Caro Dottore, ho letto con piacere il suo bellissimo libro su Caprilli, 
              ma ho fatto fatica a trovarlo in libreria. Mi ha anche stupito un 
              giudizio del colonnello Angioni che, su un sito per amatori, l’accusa 
              di parlare di Caprilli come di uno che "correva dietro le gonne", 
              facendo (lei) un "pessimo e inutile servizio".
              Franco Ricciardi – Roma
            Il libro è stato per giorni introvabile perché 
              esaurito. La seconda edizione è già in stampa e presto 
              sarà disponibile. Quanto ad Angioni, che conosco da decenni, 
              va lasciato nel suo brodo. Forse si aspettava che anch’io 
              entrassi nella confraternita dei "depositari autocertificati 
              del metodo" che da mezzo secolo fa dell’autoerotismo 
              su quisquiglie interpretative di Caprilli (magari francesizzato 
              alla Angioni), ottenendo come risultato che l’equitazione 
              italiana, senza insegnanti seri, è in stato comatoso dai 
              tempi dei D’Inzeo e dei Mancinelli. Io ho scritto un libro 
              di storia documentata, che non può prescindere dalle vicende 
              personali, spesso condizionanti (come il suicidio della sorella 
              di Caprilli, che gli agiografi non hanno mai raccontato, per non 
              parlare di gonne). La storia descrive l’Uomo e le sue vicende. 
              La Cavalleria era anche un fenomeno di dongiovannismo e per averlo 
              scritto Prezzolini rischiò la galera. Questa è storia: 
              per la manualistica rivolgersi altrove. E anche per le biografie 
              ortodosse, come quella dell’ottimo Giubbilei, che per altro 
              oggi si trova quasi esclusivamente nell’edizione stampata 
              da me.